Demolire criticamente e con spocchiosa superiorità intellettuale “The Lady” di Lory Del Santo sarebbe troppo facile, e forse anche affrettato e superficiale. Nell’analizzare la web serie ad episodi che mi ha rapito in queste settimane mi sono addentrato in un pozzo di simpatica ignoranza bellissima che rivela molto più di quanto crediamo.
Inziamo dai personaggi. The Lady è Lona: una patata clamorosa che malgrado il nome cagnesco vanta uno stile di vita spettacolare. Una donna forte, decisa, sfuggente ed impegnata in un imprecisato lavoro che la porta a Capri, Londra, Roma, Parigi e che consiste principalmente nel fare telefonate da un terrazzo. Raramente il cinema italiano ha avuto protagonisti femminili di questo calibro: i soldi e il successo (tutti sportivamente ereditati da un marito scomparso in un incidente aereo) non bastano a Lona, dentro di lei rugge un continuo lamento.
A casa a Milano (è proprietaria di uno dei grattacieli di zona Isola) la aspettano il fidanzato focoso e violento – un Costantino Vitagliano che non ricordavamo così espressivo dagli interrogatori sui festini di Lele Mora – e l’assistente rumena impegnata in numerosi colloqui che non trovano altra spiegazione se non l’inserimento di marchette ad amici ed amiche all’interno della serie.
Ma sono tantissimi altri a popolare il mondo colorito e passionale ritratto da Lory Del Santo. Il domestico bangla che hanno chiaramente costretto a recitare sotto la minaccia di perdere il lavoro, gli innumerevoli e difficilmente distinguibili manzi fisicatissimi che si spogliano per qualsiasi motivo e il personal trainer barese che secondo me è un personaggio chiave, oracolo che cela la sua saggezza dentro chili di sterodi.
Il ritratto approssimativo e viscido dei personaggi maschili è a mio parere una scelta narrativa critica, un uomo ridotto a puri istinti riproduttivi, alla Almodovàr. A questi, la Del Santo affianca con bravura donne che pur avendo l’espressività di un comodino IKEA sono semplicemente delle figone imperiali, come le tante modelle e ballerine che piroettano nel film in modo vagamente Felliniano. Ma molto vagamente. La Dolce Vita di oggi ha la faccia gonfia della migliore amica di Lona, una specie di brasiliana senza anima tettona e con due spalle da nuotatore della Germania Est alle olimpiadi dell’80.
I personaggi di The Lady non sono insomma semplici uomini e donne, ma sono anzi Uomini & Donne, con le lettere mauscole, modelli confezionati da 12 anni di De Filippi ogni pomeriggio.
Lasciando personaggi e temi da parte, ho voluto assicurarmi di avere un punto di vista esterno, e mi sono affidato ad un esperto. Un confronto con Benjamin Maier, rinomato ed affascinante direttore della fotografia (attualmente in un incomprensibile periodo di look hipster, ma non dilunghiamoci), rivela che probabilmente The Lady è girato con una Sony X5 (cit: “la X5 gira a 720p e fa i colori di merda così”), una macchina che oggi può essere tua con 299 euri come direbbe Mastrota. L’unica illuminazione usata è probabilmente un faretto al quarzo posizionato quasi a caso. Come è evidente in alcune sequenze di interni particolarmente drammatiche .
Notevole secondo Maier anche l’abbandono del bilanciamento dei bianchi, forse semplicemente perchè Lory Del Santo non sa cosa sia, che risulta però pregevole nella creazione di interessanti sequenze completamente blu.
La Del Santo firma infatti, oltre a sceneggiatura, soggetto, costumi, montaggio e regia anche fotografia e “cameraman”. Non è un caso se oltre ai dialoghi che sembrano scritti con google translate, basta scegliere 40 secondi a caso per ritrovare tutti gli errori di regia e montaggio che si trovano alla lezione 2 di “Piccolo corso di regia”, se uno ha voglia di mettersi 8 secondi su google.
Notevole è infine l’intelligenza imprenditoriale del formato stesso: la Del Santo conosce il web e sa come muoversi nello show-business, sfoderando product placement come fossero pettorali di Costantino. Magistrale l’episodio 3 incentrato sul lancio del profumo di Guendalina del Grande Fratello (2?), o ancora meglio l’appuntamento galante nell’ep 4 al ristorante “Il baretto” di Londra, probabilmente gestito dall’amico di Lory Dal Santo che l’ha ospitata per girare due scene in salotto.
The Lady è insomma molto di più di quello che sembra. A prima vista è una ciofeca luccicante di cui ridere con gli amici in chat, un film porno senza le scene porno. Ma io oggi vi invito a fare come me, abbracciare personaggi vuoti, scrittura spiazzante, noncuranza tecnica e furbizie marchettare, a condividere un episodio a scelta sulla vostra bacheca urlando con disinteresse ed orgoglio “Grazie internet per regalarci tutto questo!”.
Iscrivetevi al canale, parlatene agli amici su whatsapp e imparate ad amarla, quella pazza imprevedibile Lona. Ci darà delle soddisfazioni.