Ci sono artisti che fanno il loro lavoro con una facilità tale da farlo sembrare semplice, poi arrivi tu, ci provi e il risultato che ottieni somiglia più ad un tumore. Alcuni magari potrebbero avvicinarcisi ma la differenza tra chi ha talento da vendere e chi è solo abbastanza bravo, è che probabilmente il secondo non andrebbe oltre l’arricchirsi disegnando quadri di merda per studi medici ed hotel.
Non è certo il caso di Paul Jackson, e in quest’articolo avrete modo di notarlo da soli. L’illustratore britannico, con sede in-stabile tra Brighton e Toronto, è un pozzo di fantasia e bravura, padroneggia l’inchiostro come fosse cosa sua, riuscendo ad ottenere un effetto naturale che solitamente si ha con Photoshop.
In ogni illustrazione emerge il fanboy che è in lui, pur avendo 34 anni. Un lato nerd che ha avuto modo di nutrire partecipando al New York Comic Con e senza il quale non avrebbe riscosso il successo che ha. La sua passione per la musica è un altro aspetto imprescindibile che ha influenzato la sua carriera e gli ha permesso di lavorare con artisti di livello: ha infatti illustrato le copertine di Alexisonfire, City and Colour, Placebo e molti altri.
Ha scoperto il suo amore per il disegno a 5 anni senza mai smettere di farlo. Tra i temi più ricorrenti delle sue illustrazioni ce n’è uno in particolare che salta all’occhio: il teschio che si libera dalla testa. Con una raffinata attenzione per il dettaglio, enfatizza il dualismo tra vita e morte, la doppia natura che ci caratterizza scomposta nelle sue parti fondamentali. Nei suoi lavori però esistono anche riferimenti alla pop culture che dimostra con l’interesse per i meccanismi intrinseci della vita. In alcuni viene invece utilizzata la tecnica glitch sempre per esaltare la sottile linea tra vita, morte e realtà.
I suoi disegni sono quelli che in una galleria ti affascinano, ti chiamano, ma che poi ti rimangono in mente anche a luci spente. Che siate o no fans di illustrazioni pop culture, le sue sono certamente da guardare.