La Duma ha approvato in terza e ultima lettura un progetto di legge per depenalizzare i “maltrattamenti in famiglia” declassandoli a illecito amministrativo. Il disegno di legge deve ora essere presentato al Senato e quindi al presidente Vladimir Putin. Oggi 380 deputati russi si sono espressi a favore della proposta di legge e solo tre hanno votato contro.
Dunque picchiare moglie e figli non sarà più un reato che condurrà i trasgressori in galera – salvo nel caso, punibile con due anni di galera – in cui venga ripetuta più volte nello stesso anno o sia motivata da odio o teppismo. Sarà un semplice illecito amministrativo punibile con un’ammenda tra i 5mila e i 30mila rubli (80-470 euro), l’arresto da 10 a 15 giorni o 60-120 ore di servizio civile.
Secondo il presidente della Duma, Viaceslav Volodin, la depenalizzazione dei maltrattamenti in famiglia è una “condizione per creare famiglie forti”. Stando a un sondaggio dell’istituto Vtsiom (controllato dallo Stato russo), il 59% dei russi è a favore del disegno di legge, mentre il 33% è contrario.
Tutto questo in un Paese in cui, secondo un rapporto delle Nazioni Unite del 2010, 40 donne al giorno e 14mila l’anno vengono uccise in Russia da mariti o compagni, mentre 600mila subiscono abusi domestici. Del resto, un sondaggio di Vtsiom ha rivelato che il 19 percento dei russi pensa apertamente che picchiare moglie e figlio sia “accettabile”.