Il regista francese Jean-Pierre Jeunet è stato accusato di aver plagiato alcune scene di un cortometraggio degli anni Novanta nella realizzazione di alcune scene del film che lo resero famoso, “Il favoloso mondo di Amélie” (Le Fabuleux Destin d’Amélie Poulain, 2001). Proprio il mese scorso, era Jean-Pierre Jeunet ad accusare il regista Guillermo del Toro di aver copiato alcune sue scene da “Amélie” e “Delicatessen” per il suo lungometraggio “La forma dell’acqua”, vincitore agli Academy Awards come miglior film di quest’anno. Con quest’accusa, sono tornate a galla anche quelle fatte allo stesso Jeunet qualche tempo fa.
Come riporta il francese Les Inrocks, pare che Jeunet abbia attinto generosamente alla composizione di alcune scene del cortometraggio del 1993, “Lucille et le Photomaton”. Sébastien Nuzzo, regista del corto di 17 minuti, presentato ad alcuni festival del cinema alcuni anni prima dell’uscita di “Amélie”, è convinto del plagio.
Il cortometraggio di Nuzzo, “Lucille et le Photomaton”, racconta la storia di una donna particolare, Lucille, che ha come hobby, tra gli altri, quello di infilarsi nelle cabine fotografiche per scattarsi fotografie. Più di una volta, per caso, raccoglie delle fototessere abbandonate che ritraggono un uomo, uno sconosciuto che colpisce Lucille, che decide di mettersi alla sua ricerca.
Alla fine, si scopre che l’uomo era un tecnico delle cabine delle fototessere, e che doveva fotografarsi per assicurarsi che tutto funzionasse a dovere. Già a questo punto, si notano alcune somiglianze col film del 2001. Sempre secondo Les Inrocks, le similitudini tra i due film non finirebbero qui. Le due protagoniste dei lavori messi a confronto condividerebbero un aspetto e dei comportamenti molto simili, e in entrambi la voce di un narratore segue le figure principali delle trame, raccontando le loro vicende.
Il processo del 2003 in cui Nuzzo accusava Jeunet ha stabilito che i due lavori non sono abbastanza simili per parlare effettivamente di plagio. Il regista di “Lucille et le Photomaton” non ha trovato il verdetto giusto e soddisfacente e continua ad essere convinto che sia avvenuta un’evidente copiatura — l’unica differenza tra i due, ha affermato, è che “Amélie” è più sviluppato del suo cortometraggio.
Guardate anche voi il cortometraggio qui sotto per farvi un’idea.