Si è appena concluso il Goa Boa, lo storico festival di Genova che da vent’anni porta i migliori nomi della musica italiana nel capoluogo ligure.
I concerti sono partiti il 13 luglio con i Negrita, per entrare nel vivo lo scorso weekend con una line up variegata, spaziando dal rock underground dei Ministri, al cantautorato di Motta, al rap del talento locale Tedua.
Tedua
Tra tutte le performance spicca il leggendario Caparezza di domenica 22, che ha presentato il suo album “Prisoner 709” uscito lo scorso settembre. Uno show ricco di sorprese, tra coreografie ed elementi scenici, accompagnato da un pubblico elettrizzato nonostante l’allerta meteo.
Caparezza
Noi di Darlin abbiamo partecipato all’ultima serata, in cui hanno suonato Francesco de Leo, i Coma_Cose e Coez.
La location dà subito una sensazione di intimità tra i performer e il pubblico, in un luogo che è all’aperto ma rimane protetto dalla realtà circostante. Il palco copre un’estremità del molo, lasciando una piccola finestra sul mare sulla sinistra, da cui fa capolino la Lanterna. Intorno, le costruzioni del Porto Antico abbracciano il parterre, indirizzando naturalmente lo sguardo sui musicisti. Sullo sfondo, l’Appennino Ligure si staglia coperto dai grandi palazzi colorati della tipica architettura genovese.
Coez
Coez ha attirato un pubblico appassionato, che sapeva tutti i testi delle canzoni a memoria. La scaletta ha toccato le diverse fasi della sua carriera, da “Jet” (2015) a “E Yo Mamma” dell’ultimo album. Una buona presenza scenica grazie anche a una band completa e valida alle spalle, e tanto coinvolgimento della folla.
Il Goa Boa è un’ottima occasione per scoprire una città così ricca di arte e cultura, che a volte rimane fuori dai radar. Da apprezzare anche la scelta degli artisti, esclusivamente italiani, che spazia da grandi nomi a personaggi emergenti.
Non ci rimane che aspettare la prossima edizione di un festival che è ormai una certezza.
Photo credits: Goa Boa Facebook Page