The Festival Guy ti insegna come sopravvivere ai festival



I festival sono un momento di svago, ma anche preziosa formazione per la vita: si scoprono i propri limiti fisici; si impara a gestire la solitudine dopo aver perso gli amici; si ampliano i propri orizzonti conoscendo gente nuova per sostituire gli amici scomparsi; ci si accontenta di quello che si ha, pasteggiando a pane e mele per un weekend; si rinuncia ai beni materiali, dato che tutto costa il triplo rispetto al mondo esterno; si sviluppa la propria creatività vestendosi in modo pazzo o andando nudi.

Per chi è alle prime armi, queste realtà meravigliose possono rivelarsi un po’ inquietanti per la propria incolumità fisica e mentale. Fortunatamente, il signor Tucker Gumber, anche detto The Festival Guy, ha preso come missione di vita l’aiutare i novellini a sopravvivere a tali eventi.

Questo americano di 34 anni è andato a più di 135 festival dal 2011 ad oggi, per un totale di 460 giorni passati in una versione più colorata e felice della realtà di tutti i giorni.

the festival guy

“Ciao mamma guarda come mi diverto”

A gennaio è uscito il suo libro “The FestivalGoer’s Guide”, in cui elargisce consigli con lo scopo di rendere l’esperienza del festival più positiva possibile. Un vero e proprio vademecum ispirato alle classiche guide per la pesca, o la camminata, o il golf.

The Festival Guy vede i festival come un vero e proprio hobby e cerca di diffondere questa concezione. Del resto, questo tipo di eventi sta diventando sempre più popolare e sempre più persone dedicano i propri weekend a fare festa con i propri artisti preferiti.

Gumber scoprì questo suo talento nel 2011, quando si portò un caricabatteria esterno al Coachella. Ai tempi questi gadget non erano tanto comuni, e le persone che incontrava erano sorprese che la batteria del suo telefono non fosse già morta il secondo giorno.

“Da lì in poi è partito tutto” ha detto al Guardian, “c’è un modo giusto di fare queste cose e io lo farò mio.” Lasciò il lavoro e si imbarcò in questa avventura di festival full time. Ad oggi, non ha dimora fissa e si porta dietro tutti i suoi beni in uno zaino. I proventi dalla vendita della sua casa a Los Angeles sono stati investiti in FestEvo, un’app per scoprire nuova musica e, ovviamente, leggere consigli sui festival.

Un altro caso di persone che riescono a trasformare la propria passione in un lavoro. Chi altro da grande vuole fare The Festival Guy?