Club To Club, dopo il successo della prima preview con FKA Twigs, continua la lunga serie di appuntamenti che anticiperanno l’evento principale di novembre a Torino e che ci accompagneranno per tutto l’anno. Il 11 aprile, il festival sabaudo si sposterà ancora una volta a Milano, e insieme a Mi Art, ,fiera internazionale d’arte moderna, porterà nelle sale dell’ex-cinema Aramis ed ex-Striptease (in cui abbiamo peraltro visto trasferirsi la BUKA) un’importante tripletta: Ben Frost, producer austrialiano naturalizzato islandese – anche se abbiamo modo di pensare che viva a nord della Barriera e che sia Tormund Veleno dei Giganti (Cfr. Il Trono di Spade) – il mancuniano Andy Stott e il nostrano Nico Vascellari, deus ex machina di Codalunga e membro del duo techno/batucada Ninos Du Brasil.
Come al solito Darlin vi propone un #fattiafatte: sporchiamoci le mani di materia grigia per sezionare la mente e l’ingegno di Andy Stott e prepararci a questo nuovo ed imperdibile appuntamento #C2C15. Andy è entrato nell’hype machine grazie a produzioni quali “Passed Me By EP” e “Luxury Problems”, ed ora in tournée per la promozione del suo ultimo album, “Faith In Strangers“.
41% – DEMDIKE STARE
Membri come Stott della Modern Love, cenacolo artistico che dal 2002 ha accolto alcuni dei nomi più prestigiosi della scena tech-industrial, i Demdike Stare sono autori di un’oscura alchimia fatta di dissonanze dub e di esoterismo. Una magia nera che trova un riscontro nelle produzioni di Stott e le cui recrudescenze sono intercettabili nei claustrofobici lavori solisti di Whittaker (co-fondatore dei Demdike Stare, ndr.), nonché stretto collaboratore di Stott nel progetto footwork/jungle Millie & Andrea: una passione per le casse rullanti che Stott non nasconde nelle digressioni breakbeats di “Faith In Strangers”.
14% – BASIC CHANNEL
L’estetica gotica e decadente di Stott ha radici nella ricerca sonora di un decennio fa di Basic Channel, team di produzione e etichetta di Moritz Von Oswald e Mark Ernestus. Soluzioni dub techno che il producer ha adottato fin dalle sue prime produzioni negli anni zero.
30% – ALISON SKIDMORE
BPM bradicardici (soprattutto per quanto concerne l’aulico “Luxury Problems”), un groove nerboruto e fascinazioni vocali feminee sono la cifra stilistica di Stott. Quest’ultimo elemento centrale ci conduce alla figura di Alison Skidmore, l’insegnante di piano del producer inglese.
10% – COOPER
Il producer è molto attivo sui social network, specialmente su Instagram, dove condivide foto della sua famiglia e delle sue passioni. A spiccare è il suo cane, un bulldog francese di nome Cooper. La sua somiglianza con Stott è palese, ma -come si dice in questi casi- tale cane, tale padrone.
5% – COLIN MCCRAE
Il DJ è appassionato di macchine da rally e fiero posessore di Ford Escort 402L, che ha comprato in pessimo stato per ristrutturarla da solo. Insomma producer, padre di famiglia e anche meccanico: un uomo veramente eclettico.