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Clubhouse, l’app che funziona solo ad invito

Clubhouse è ormai letteralmente sulla bocca di tutti: infatti in questa app non si condividono né foto né video né commenti, ma solo la propria voce. Per fare un parallelismo di un certo livello, Clubhouse riprende la stessa idea delle stanze di Zoom: ognuna di queste è dedicata ad un argomento diverso e, se si riceve il consenso dal moderatore del meeting, si può dare la propria opinione.

Perché sì, c’eravamo scordati di un piccolo dettaglio: non solo si deve essere accettati per entrare a far parte di una stanza, ma anche per utilizzare l’intera app. Questo significa che, se io scarico l’app ma nessuno mi accetta, posso pure disinstallarla e rassegnarmi ai balletti di Tik Tok.

Come si fa ad essere accettati? In poche parole per la maggior parte dei casi dovete pregare che un vostro amico vi inviti, altrimenti per ora non avete speranza: ogni utente ha a disposizione un numero limitato di inviti ed è quindi quasi impossibile che un estraneo si privi di questo grande privilegio per voi.

Delle condizioni che rendono l’app ancora più esclusiva: disponibile solo su Apple, ad oggi i fortunati iscritti, rigorosamente maggiorenni, ammontano a 2 milioni, inclusi membri del calibro di Oprah, Drake e Jared Leto.

All’interno dell’app le stanze sono un fior fiore di cultura: politica, tecnologia, film, viaggi, sport, cinema … chi più ne ha più ne metta! Dopo che è stata inventata anche l’app che simula il ventilatore senza far uscire un filo di aria dal vostro telefono, quello di Clubhouse ci sembra un ritorno ai Salotti del 700, un incontro tra intellettuali dove dare sfogo ai propri interessi e passioni con il solo ausilio della voce!

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