A Firenze esiste un ristorante dove paghi col baratto



Oggi tutti i ristoranti cercano sempre nuove strategie per stare al passo coi tempi e anzi superarli: esempi lampanti sono la cena subacquea alle Maldive, o il locale di Bangkok dove puoi allietare l’attesa del cibo accarezzando 12 cuccioli Corgi di cui vi avevamo già parlato.

Ma L’è maiala ha deciso di andare in direzione opposta: la sua non è un’idea nuova e nemmeno del secolo scorso, è anzi decisamente più vecchia della regina Elisabetta. Vi ricordate quando in prima elementare la maestra Luisa ci aveva spiegato, con dei dettagli che manco Alberto Angela, che il baratto è la prima forma di commercio basata sullo scambio di un bene con qualcos’altro? Poi è successo che è arrivato che lo zio Paperone della situazione e ha rovinato tutto.

Sentendosi di essere nata nell’epoca sbagliata, l’osteria fiorentina L’è maiala ha inaugurato questa iniziativa vecchia come il cucco e rivoluzionaria allo stesso tempo, al fine di combattere la crisi odierna (di fatti il nome L’è maiala significa proprio “è dura!”): per far funzionare questo sistema, quando si chiama per la prenotazione ci si accorda già sullo scambio, che può andare dai prodotti contadini, all’artigianato locale, per finire con l’antiquariato. Volete andare sul sicuro? Tra le recensioni si legge che dall’oste è apprezzatissimo tutto ciò che ha a che fare col vino!

Ma veniamo alla parte golosa: il menu anticrisi vanta piatti toscani tradizionali che, in linea con il rimpianto per l’antica età dell’oro, non vengono intenzionalmente rivisitati: tra questi sono imperdibili la trippa fiorentina, i tortelli al Mugello e gli “spaghetti briachi”.

Dimenticavamo: se il vostro dono non soddisfa il gusto dell’oste sarete costretti a pagare la differenza in denaro, ma se al contrario farà breccia nel suo cuore potrete dire nella vostra storia di radical chic di aver contribuito all’arredamento di un ristorante very politically correct perché “concepito per la gente”!