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Intervista a Beatrice Lezzi: la fotografia come una necessità di esprimere le proprie emozioni

Internet è uno strumento veramente potente e pieno di risorse e i social sono una parte di questo grande mondo in cui puoi far conoscere a tutti la tua arte o i tuoi progetti. Noi di Darlin siamo molto attenti e curiosi di questa piccola frazione del mondo digitale, grazie a questo scopriamo artisti veramente incredibili. Mentre giravamo sui social nelle nostre ricerche ci è capitato sotto gli occhi il profilo Instagram di Beatrice Lezzi ( @haut_lecoeur ) che ci ha colpito particolarmente per la delicatezza delle sue fotografie e la morbidezza delle luci, così abbiamo deciso di intervistarla per voi.

Ciao Beatrice, raccontaci qualcosa di te e sulla tua formazione come fotografa
Sono nata a Milano ed è qui che ho passato la mia adolescenza fino al liceo. Ho conseguito gli studi in un Liceo Classico ma ho sempre avuto bisogno di qualcosa di più: prima il disegno e poi la fotografia. Una volta finito il liceo ho deciso di trasferirmi a Firenze, sia per creare un distacco da quella che era stata prima la mia vita, sia per seguire quello che sapevo già da un po essere il percorso di vita che volevo per me: conciliare il lavoro con la necessità di espressione artistica. Inizio quindi nel 2015 un corso triennale per la laurea in fotografia alla Libera Accademia di Belle Arti (LABA) a Firenze, appunto. Frequentare l’Accademia mi ha posta faccia a faccia con un mondo che fino a quel momento limitavo tra le pareti della mia stanza. Dover rispettare scadenze, sottoporre il lavoro al giudizio altrui è stato sicuramente una cosa nuova e difficile, ma ovviamente utile e motivo di crescita.

A che cosa ti ispiri quando fotografi?
Studiando ho scoperto artisti sempre nuovi e a me prima sconosciuti, e questo mi ispira costantemente e anche quasi inconsciamente.
Ho sviluppato man mano una necessità anche di scrittura, e spesso sono proprio i miei stessi pensieri ad ispirare poi le mie fotografie.
Ecco, in generale direi che ad ispirarmi sono principalmente le mie emozioni, e queste possono passare attraverso canzoni, poesie buttate di getto, per poi raggiungere la forma finale di fotografia.
Non fotografo spesso in maniera regolare ma piuttosto per necessità, di getto.

Hai dei modelli particolari? hai qualche preferenza per quanto riguarda la scelta del soggetto?
È successo che ho iniziato a rivolgere l’obiettivo verso me stessa. Non per narcisismo, più come una sfida. Mi sono sempre sentita divisa in due parti, una che giudica l’altra, e così ho iniziato a sdoppiarmi davvero. Sono diventata sia occhio che soggetto delle mie fotografie. Questo mi ha aiutata ad accrescere una sensibilità verso il luoghi e la luce, ho imparato a capire come questi mi facevano sentire, oppure vedere quello che avevo dentro nelle cose intorno a me. Ho sviluppato una visione, ed è questa che applico anche quando fotografo gli altri. È come se fosse sempre un autoritratto, che il soggetto sia io, qualcun altro o persino un oggetto.

Cosa ne pensi di Instagram come social per farsi conoscere nel mondo della fotografia? Secondo te che ha cambiato il nostro modo di guardare e scattare foto?
Al momento sono molto critica nei confronti di Instagram. L’ho sempre usato, da quando è nato e non sapevo nemmeno a cosa servisse. Ora però mi chiedo se davvero non ci stia completamente sovrastando. Acquisisce sempre più la natura di vetrina digitale, in cui esibire maniacalmente qualsiasi cosa, che siano corpi, luoghi o esperienze. (Mi riferisco soprattutto alla donna, al suo corpo e al suo ruolo.)
Ha creato un bisogno bulimico in chiunque di fotografare e fotografarsi.
E mi chiedo se davvero abbia senso immettersi in questo universo di immagini su immagini, dove l’intento artistico diviene invisibile, confuso. Tutto viene posto sullo stesso livello, il mezzo è lo stesso ma i messaggi non hanno tutti lo stesso valore.
Ma questo rimane un dibattito aperto, credo che con un uso “disinteressato” rimane senza dubbio il modo più veloce per farsi conoscere e creare contatti.

Progetti per il futuro?
Primo obiettivo nel futuro più prossimo è laurearmi, dopodiché vorrei scappare. Mi piacerebbe molto fare un master all’estero e nel frattempo portare avanti i miei progetti, trovare collaborazioni e crescere artisticamente.


Saluta i lettori di Darlin

Che le mie fotografie possano andare oltre le parole di questa intervista.
Un saluto a tutte le lettrici e i lettori di Darlin!

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