Avete presente quando la connessione funziona a singhiozzo e non avendo voglia di aspettare che si carichi tutto, finisce che nessuna delle immagini della pagina si carichi come si deve? Ecco l’impressione iniziale che si ha guardando i tappeti di Faig Ahmed, artista dell’Azerbaijan, che per metà ricalcano lo stile tradizionale del luogo, secondo tecniche e disegni consolidati e tramandati di generazione in generazione, per l’altra metà, be’, diciamo che non sono specularmente identici a quello che teneva vostra nonna in salotto.
Eppure i tappeti di Ahmed sono tutti, senza eccezioni, intessuti a mano. L’artista si avvale della collaborazione di 20-25 tessitori esperti, che lavorano usando i suoi disegni come traccia. Talvolta il progetto iniziale è costruito a partire da glitch di computer o da file d’immagine corrotti, altre volte l’ispirazione arriva guardando della vernice gocciolare lungo una parete o sovrapponendo forme geometriche che in qualche modo creino delle variazioni sul pattern tradizionale di partenza. Alcuni disegni presentano addirittura illusioni ottiche, così da dare l’impressione di una quasi tridimensionalità del tappeto.
Parlando con Lisa Pollman di Art Radar, Ahmed ha detto: “Amo essere ostaggio della tradizione, è un test a cui devi sottoporti per poterti sentire libero. Credo in realtà che non arriveremo mai ad avere una libertà assoluta, ma dovremmo comunque sapere esattamente fino a che punto ci rinchiude la nostra gabbia.”
I tappeti di Faig Ahmed si trovano attualmente al Boston Museum of Fine Arts, dove rimarranno esposti fino al 10 gennaio 2016.