E se gli scacchi fossero l’antidoto per cercare di superare questo “momento” di pandemia imperante? In fondo se hanno saputo superare secoli – il più antico fra i reperti, un antesignano tavoliere e un insieme di pedine, è stato rinvenuto in Egitto nella città di El-Mahash più di 5000 anni fa – un motivo ci sarà!
E proprio curioso è oggi il parallelo con la pandemia in atto: gli scacchi richiedono la necessità di elaborare una strategia e ogni mossa può determinare una vittoria o una sconfitta, proprio come nella situazione che stiamo vivendo.
La verità è che questo gioco – conosciuto perché rafforza la memoria, il ragionamento e la capacità decisionale, dal momento che occorre scegliere, in tempi relativamente rapidi, l’azione da compiere tra le tante possibili – ha saputo in quale modo rimanere al passo con i tempi.
Complice del rinnovato interesse, oltre la serie “La regina degli scacchi” e la sua visionaria protagonista che vedeva raffigurati sul soffitto scacchiera e mosse, è la capacità degli scacchi di approdare su piattaforme on-line, l’ultima delle quali è Twitch, luogo virtuale targato Amazon dove – a detta della stessa gaming community – “milioni di persone si incontrano ogni giorno in live per chattare, interagire e intrattenersi tutti insieme”.
Certo, il sapore di tenere in mano e toccare i pezzi, un re, una torre, un alfiere e di guardare in faccia il tuo avversario è del tutto negato ma in compenso, tramite desktop via browser o scaricando l’app mobile per iOS e Android, o ancora utilizzando delle console per videogiochi come PlayStation 4, Xbox One, Xbox 360, puoi trovarti “accanto” giocatori del calibro di Hikaru Nakamura e godere delle dirette durante le sessioni di gioco.
L’interazione con i tuoi idoli, anche detti streamer per gli addetti ai lavori, è assicurata ma ovviamente filtrata attraverso il web: puoi diventare follower, abbonarti al canale dello streamer o addirittura interagire attraverso chat.
Un vero e proprio “ritorno al futuro” per un gioco le cui regole furono rappresentate per la prima volta nel 1283 nel Libro dei Giochi redatto da re Alfonso X di Castiglia detto, non a caso, il Saggio.