Roberto Gentili è un illustratore e graphic designer di origini consentine, attualmente di base a Torino. I suoi artwork, che compongono serie come Visions e Mentalism, sono ricche di simboli e scene visionarie, in apparenza fiabesche, ma che hanno alla base una certa inquietudine. Abbiamo chiesto a Roberto di parlarci un po’ di sé, dei suoi modelli, i suoi progetti e delle sue creazioni.
Ciao Roberto, raccontaci qualcosa di te e del tuo percorso.
Mi chiamo Roberto e nasco a Cosenza nel 1990, finito il liceo la passione per il disegno mi porta a studiare graphic design a Napoli e nello stesso periodo frequento laboratori di Design della Comunicazione presso l’ Università della Calabria.
La mia grande passione è la musica, i suoi linguaggi e la sua capacità di mettere in connessione le persone.
Ecco perché mi piacciono anche i luoghi di aggregazione: dal 2014 ho cominciato a curare le progettazioni grafiche di eventi musicali, etichette e agenzie di booking (This Time Tomorrow, DSLO, Picicca Dischi, Sounds Like TAU, DNA Concerti, Sporco Impossibile). Dal 2015 collaboro con Verdena, Mucchio Selvaggio, Brunori SAS, Lahar Magazine, Timmerman Collective (expo Milan Design Week), partecipo all’evento organizzato da Ateliersi (dischirotti- prima del distacco) evento satellite del Bologna Fashion Week. Attualmente vivo e lavoro a Torino, svolgendo attività da freelance e art gallery in giro per l’Italia.
Ci sono dei modelli a cui ti ispiri?
Amo molto l’arte astratta e il surrealismo. Max Ernst, Mirò, Dalì per citarne alcuni. Seguo molto anche Marc Chagall che ultimamente ho avuto modo di approfondire. Il suo “viaggio nella bibbia” mi ha affascinato molto, l’idea di creare un opere a tema biblico a suscitato in me la curiosità di esprimere nel disegno storie epiche e incredibili (vedi Poster Visions). Ultimamente invece sono in fase di studio, non ho molte idee chiare su quello che disegnerò. Seguo un po’ di cose, dalle illustrazioni di Marcello Crescenzi, alle opere di Lucamaleone, EricaIlcane, Nicola Alessandrini. Insomma cerco una quadra per creare cose fighe. Spero di riuscirci.
Le tue illustrazioni sono cariche di simboli e metafore. Quali sono i messaggi che vuoi trasmettere con essi?
Mi hanno dipinto come una persona un po’ enigmatica. Magari lo sono sul serio. Negli ultimi anni ho disegnato soggetti in situazioni paradossali. Per esempio la serie Mentalism è un viaggio mentale, un viaggio di apparenza, fatto di storie fiabesche, storie spensierate e felici ma che in realtà nascondono un inquietudine interiore che ha esigenza di uscire fuori. Per esprimerlo ho usato gli animali, Foca, Gallina, Balena ed Elefante. Essi si ritrovano decontestualizzate in mondi strani, spaziali e isolati… un po’ come la mia mente, che vive in una dimensione che conosco solo io. Una dimensione in cui posso evadere dalla vita reale, dove spesso mi sento fuori posto o a disagio. E poi arriva Visions, le mie ultime visioni per l’appunto. Una mini storia fatta da 6 poster e sei personaggi, realizzate in 6 settimane (ebbene si, il 6 è il mio numero preferito.) Esso è nato in un periodo di solitudine e apatia. Mi chiudevo nel mio studiolo tutta la notte a disegnare e pensare al modo più giusto per buttare su carta le mie paure, ossessioni e ansie più profonde. Credo di esserci riuscito.
Tre illustratori che ci consigli di tenere d’occhio.
Te ne potrei citare tantissimi, ultimamente ci sono molti illustratori interessanti. Mi piacciono molto i lavori di Van OrtonDesign, Sara Andreasson e Alessandro Cripsta. Credo che siano molto interessanti.
Hai qualche progetto in via di pubblicazione?
Ho un po di progetti e collaborazioni che sono in via di lavorazione. Ultimamente ho disegnato una serie di cartoline dedicate a Torino, la città in cui attualmente vivo. Inoltre ho in cantiere una nuova serie di poster serigrafati che realizzerò nella prossima primavera: insomma cerchiamo di stare attivi.