Jimi Hendrix è morto per overdose di barbiturici all’età di 27 anni. Janis Joplin overdose di eroina a 27 anni. Kurt Cobain a 27 anni si è suicidato, sempre a 27 Brian Jones è affogato e alla stessa età è morta per intossicazione da alcol Amy Winehouse.
Tutti loro sono stati musicisti incredibilmente influenti che hanno coniato nuovi generi e cambiato il corso della storia della musica. La coincidenza della stessa età al momento della morte ha alimentato il mito dei 27 anni, Howard Sounes ha addirittura scritto un intero libro a riguardo. Ma il mito, come abbiamo già detto, è falso. Secondo una ricerca e un’analisi statistica condotta da Dianna Theadora Kenny, professoressa di psicologia e musica all’università di Sydney, l’età più comune a cui muore un musicista non è 27, bensì 56 anni.
Degli 11.054 musicisti morti tra il 1950 e il 2010 compresi nello studio della professoressa Kenny, solamente l’1,3% è morto all’età di 27 anni. Stando ai dati, i musicisti tendono a morire più verso i 28 che i 27 anni, per cui non c’è motivo di credere in questo mito.
Ciò che è interessante dell’esistenza del mito conosciuto anche come Club 27, è che le morti di queste influenti personalità della musica provano un’altra delle scoperte della dottoressa Kenny: i musicisti morti in età giovante tendevano ad appartenere a generi musicali più moderni.
Se musicisti di generi come il blues, il jazz o il country hanno goduto di aspettative di vita pari a quelle delle persone nate nei loro stessi anni, i generi più giovani come il rap, l’hip-hop e il punk hanno visto formarsi un gap tra le aspettative di vita medie e quelle dei musicisti.
Qui potete leggerel’intera ricerca della dottoressa Dianna Theadora Kenny, inclusa l’analisi delle cause di morte.