Angelia, 24 anni, di base a Milano, è la fondatrice e la mente creativa di Angelia Ami, il suo personale brand di moda; un brand che ora ha due anni e che, dunque, è ai suoi primi passi, ma soprattutto ai suoi primi successi. Angelia ci propone una donna “forte ed indipendente”, che “ricerca dei capi che rispecchino la sua personalità”. Abbiamo deciso di contattare la stilista, all’inizio del suo percorso ma con già la sua buona dose di traguardi alle spalle, per farci raccontare qualcosa del suo marchio, la sua identità, il suo percorso, e farci dare qualche anticipazione sui suoi progetti futuri.
Ecco la nostra intervista ad Angelia.
Ciao Angelia, presentati ai lettori di Darlin e raccontaci qualcosa del tuo percorso nel mondo della moda.
Ciao ragazzi, mi chiamo Angelia, ho 24 anni e vivo a Milano.
Due anni fa ho aperto il mio brand, Angelia Ami, dopo aver conseguito un diploma triennale in Fashion Design all’Istituto Marangoni di Milano. Lavoro sul progetto da sola, o quasi, ed è il lavoro più bello del mondo: mi occupo di tutto, dalla parte creativa, alla parte di ricerca materiali e definizione dei dettagli di confezione. È un po’ come se fosse il mio bambino, come se ogni capo di ogni collezione fosse il mio bambino: è un lavoro impegnativo e formale, nel relazionarsi con aziende e fornitori di grandi dimensioni, e allo stesso modo è un lavoro molto personale, in cui è inevitabile mettere ogni parte di se stessi, e dove ogni collezione rispecchia un momento specifico della mia vita.
Qual è l’identità del tuo brand?
Angelia è il mio primo nome, e Ami il mio quarto nome, è giapponese: significa “la bellezza esiste”. L’idea è proprio questa, quella di creare oggetti di bellezza, capi che possano conferire alle donne che li indosseranno un valore aggiunto, una forza aggiunta, un qualcosa in più. La donna Angelia Ami, per come la immagino io, è una donna forte ed indipendente, e ricerca dei capi che rispecchino la sua personalità.
Che cos’è il Neverending LookBook Project?
Il “Neverending Lookbook” è il progetto a cui lavoro sui canali social: l’idea è quella di scattare ogni collezione tre volte, con tre mood, location e styling completamente diversi. Così facendo sono in grado di mostrare le varie sfumature che i capi Angelia Ami possono acquisire, le varie donne che possono vestire, e la loro versatilità. E’ un progetto a mio avviso interessante, e mantiene fresca l’immagine del brand.
Per ogni collezione pensiamo anche a un capitolo del Neverending Lookbook che possa essere una collaborazione con un’altra realtà: con la collezione FW1718 abbiamo collaborato con una squadra di ragazze che pattinano, le Harpies di Milano, e a breve uscirà una collaborazione con Virgo Milano, sulla collezione SS18.
Poi, per me, scattare è la parte più divertente: ogni volta ci divertiamo un sacco!
Hai dei modelli a cui ti ispiri?
Sicuramente ho dei “competitor ideali”, dei brand che rappresentano per me un esempio, un punto di arrivo, un obiettivo: Chloè, Cèline e Stella McCartney! Ma ogni collezione le references di ricerca cambiano!
Sappiamo che hai partecipato alla Settimana della Moda: puoi raccontarci qualcosa dell’esperienza, e della collezione che hai presentato?
Partecipare alla settimana della moda è stato il mio primo passo con Angelia Ami, anzi, Angelia Ami non era ancora davvero nato: ero uscita dall’Istituto Marangoni da poco, una organizzazione no profit mi aveva proposto di partecipare alla Milano Fashion Week di febbraio 2016, e ho creato una collezione ispirata al viaggio in Africa che aveva fatto da poco, importando coperte Masai dalla Tanzania e trasformandole in cappotti colorati. Da lì poi, dopo la sfilata, è nata l’idea di rendere Angelia Ami un progetto vero e proprio.
Collezione primavera-estate: quali sono le caratteristiche della linea di Angelia Ami?
La scorsa collezione Primavera Estate 2018 è stata forse la collezione più femminile, ho lavorato molto sul concetto di wrap dress e sulle rouges, anche se forse ora le sento meno mie. Sono ancora innamorata del jersey arancione con la stampa anni 60, sicuramente, e della stampa dalmata, ma è anche normale che tutto cambi da collezione a collezione: ogni collezione rappresenta un preciso momento personale e come lo si vive!
Puoi darci qualche anticipazione in esclusiva sulla collezione autunno-inverno?
La collezione Autunno Inverno 2018-19 è stato il secondo capitolo del racconto del mio viaggio in India: l’India per me è un grande amore, ci sono stata due volte e ci tornerei sempre. Questa collezione è stato un racconto di come ho vissuto l’India, quando ero lì, e di come vivo la mia vita a Milano, nella quotidianità: mi sono concentrata su abiti e capispalla, le due categorie che preferisco.
Gli elementi che ricordano l’India sono i colori e le stampe: il mondo dei marroni caldi sfuma nell’arancione, nel giallo e torna poi in colori più compatti, come i toni del beige e del verde; le stampe rimandano immediatamente alle bellezze di un’India attuale e contemporanea.
Ed è proprio qui che i due mondi si uniscono e l’India diventa un cappotto caldo da indossare in città, dove la nappa di un marrone dal tono caldo è abbinata a una lana tramata tradizionale.
Il binomio che caratterizza la collezione si traduce anche nella progettazione degli abiti a due livelli: partendo dall’accostamento di lunghezze, gli abiti vengono sviluppati parallelamente, abbinandosi e intrecciandosi tra loro, accostando morbidezze e trame differenti.
Aiutaci un po’: quali sono i trend migliori di questo periodo e quelli assolutamente da evitare, secondo il tuo gusto?
Sono dell’idea che tutto torni: la storia è ciclica, e tutto quello che va di moda oggi ha un riferimento più o meno evidente rispetto ad un momento passato. Ci sono molti trend che a me piacciono, come quello del marsupio, che ormai è tornato da un po’: non so se ci siano trend da evitare, sicuramente penso sia giusto interpretare ogni trend in modo personale, e non essere troppo conformi alla massa.
Red Carpet di Cannes per Kendall Jenner e Helen Mirren: come le vestiresti?
Questa è una bella domanda, l’unica volta che ho lavorato ad un abito da cerimonia è stato per mia cugina, che mi ha chiesto un abito per un matrimonio: ho disegnato un abito in seta molto accollato davanti e con la schiena tutta nuda, l’ho tagliato, cucito, e tinto nella vasca da bagno (che è diventata tutta blu)! Forse proporrei lo stesso abito!
Quali sono tre fashion designer da non perdere d’occhio, a parte te? ;)
Tre brand di cui io sono super super fan: Silvia Albani, che è anche una mia cara amica, ATM Studio, emergente anche lui (ma vi assicuro ne vale la pena), e Artur Arbesser, che ormai è un brand affermato!