Darlin Magazine

Aurous non è affatto il Popcorn Time della musica

Vi ricordate Aurous, il software illegale di cui vi abbiamo parlato qualche settimana fa che avrebbe dovuto cambiare la vita al business della musica grazie alla possibilità di ascoltare gratuitamente e senza alcun limite un’ampia selezione di canzoni? Ecco, qui al Darlin lo attendevamo con grande entusiasmo, come d’altronde molti altri, a partire da Wired e hwupgrade. Tutto il mondo era curioso di vedere questo nuovo tipo di software emergente che sembrava promettere bene.

Purtroppo però, una volta pronto ad essere scaricato e testato dagli utenti, questi sono rimasti delusi. Effettivamente si potrebbe azzardare ad etichettare Aurous come una merda. Scusate il francesismo.

La sorpresa è dovuta principalmente ad un’incomprensione riguardo il carattere decentralizzato del software che si presenta come un’applicazione in Java. In realtà non si tratta di un vero e proprio Popcorn Time della musica che surfa la rete BitTorrent, ma più che altro di un “player di player”.

Aurous non utilizza BitTorrent come ci aspettavamo che facesse, ma al momento si appoggia sui servizi russi Pleer e VK (che è preso di mira dall’industria discografica) per lo streaming della musica. La P2P non è altro che impiegata nella condivisione dei risultati attraverso le diverse API utilizzate per il contenuto dell’applicazione stessa; in parole povere la condivisione di link verso dei contenuti.

Per di più, oltre ad essere brutta graficamente, l’applicazione crasha regolarmente. Per risolvere questi disagi vi consigliamo di seguire questa linea guida: chiudete Aurous, disinstallatelo e ritornate ad ascoltare la vostra musica su Spotify, Soundcloud o Youtube, quello che preferite, ma NON su Aurous.

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