Come ormai saprete tutti, martedì scorso, nelle prime ore della mattina, la città di Bruxelles è stata scossa da tre violente esplosioni. Le prime due, all’interno dell’aeroporto di Zaventem, hanno provocato 11 morti e oltre 90 feriti; la terza, avvenuta a un’ora di distanza nella centralissima fermata della metropolitana di Maelbeek, ha causato la morte di altre 20 persone e circa 130 feriti. Come previsto, gli attentati sono stati prontamente rivendicati dall’ISIS nelle prime ore dello stesso pomeriggio.
A grandi linee, questi sono i fatti accaduti nella giornata di martedì: la politica del terrore si avvale di strategie già note, le bombe esplodono in luoghi pubblici e decine di persone innocenti muoiono. Ciò che continua a cambiare e ci interessa analizzare schematicamente qui di seguito sono i mezzi e le modalità attraverso cui vengono recepiti gli avvenimenti e le risposte che noi e il mondo digital in generale diamo ad essi. Gli attentati di Bruxelles visti da internet.
Banale ma vero, i social network sono ormai diventati una fonte d’informazione a tutti gli effetti. Twitter in particolar modo svolge un ruolo importante per l’approvvigionamento di fonti giornalistiche: l’account dell’aeroporto ad esempio, ha fatto da canale di comunicazione fornendo notizie e invitando chiunque, in tempo reale, ad allontanarsi dalla zona.
E se qualcuno dei vostri conoscenti si fosse trovato a Bruxelles proprio in quella giornata? Probabilmente sarebbe stato impossibile raggiungerlo telefonicamente dato l’ingente traffico telefonico, ecco che Facebook ci viene in soccorso con l’attivazione del safety check.
Molte testate giornalistiche inoltre, hanno postato sul proprio sito video e immagini riprese direttamente dagli account Facebook delle persone presenti sul luogo. Anche Periscope si è rivelato utile: diversi utenti infatti hanno avviato dei live streaming attraverso i propri dispositivi.
Pubblicato da Jef Versele su Martedì 22 marzo 2016
Una volta che la notizia è arrivata in ogni parte del globo, sia da parte dei singoli che dei brand sono giunte le risposte più disparate, ecco cosa è successo online.
Molti utenti hanno riportato alla luce una campagna pubblicitaria di Burger King lanciata in Nuova Zelanda nel 2008. Nell’immagine, le patatine fritte (che in questo caso vengono erette a simbolo del Belgio), sono disposte in modo da formare un bel dito medio: la risposta belga agli attentatori. Tanto di guadagnato per la catena di fast food.
Alcune compagnie telefoniche operanti sul territorio tra cui At&t, T-mobile, Virgin Mobile hanno permesso di effettuare telefonate gratuite da e verso Bruxelles, oltre ad aver aperto tutti gli slot wifi disponibili in città.
“Our thoughts are with the people of Belgium and our customers who have friends and family there. We’re going to credit our wireline and wireless customers for all calls and text messages to Belgium from March 22-28”
At&t
“Urgent Accomodations” è un servizio speciale aperto da Airbnb sulla propria piattaforma grazie al quale, i proprietari di abitazioni situate nella zona colpita possono mettere delle stanze a disposizione di chiunque ne avesse bisogno. Il tutto gratuitamente.
Oltre ad aver customizzato le proprie avutovetture sull’app con la bandiera belga, Uber ha garantito tariffe vantaggiose per chi avesse avuto bisogno di spostarsi nella zona di Bruxelles, venendo così incontro alle comprensibili difficoltà in cui è incorso il sistema di trasporti pubblici della città.
Ed infine non poteva mancare per i lettori di Darlin il premio tristezza. Poteva vincerlo qualcun altro?