Ikea ha aperto oggi il suo primo negozio in India dopo sei anni di pianificazione. Si trova nella città di Hyderabad, in una zona in grande crescita in cui stanno investendo altre multinazionali come Amazon, Capgemini e Deloitte. Se il progetto pilota funzionerà, la catena svedese aprirà in altri centri come Mumbai, Bangalore e Delhi.
Si tratta di un’iniziativa in cui si uniscono due mondi: le linee pulite e la praticità dei mobili europei si adattano alle insormontabili tradizioni indiane. Ikea ha dovuto riconsiderare i prodotti in offerta per renderli appetibili al consumatore asiatico. L’azienda ha mandato mille impiegati in giro per il Paese -che, con più di un miliardo di abitanti, è a sua volta un variegato melting pot di culture e abitudini- per studiare le necessità delle famiglie indiane.
I dati raccolti hanno portato all’offerta di prodotti differenti. Ad esempio, nelle case indiane gli ospiti sono all’ordine del giorno, per cui sono state aggiunte molte sedie pieghevoli al catalogo. Le donne sono in media più basse delle europee o americane, quindi i banconi e gli armadietti in esposizione sono montati più in basso. Nello showroom la camera matrimoniale è arredata con un lettino extra, perché in genere i bambini dormono nella camera dei genitori fino alle elementari. Non ci sono molti coltelli in vendita, perché gli indiani preferiscono usare i cucchiai.
I designer hanno dovuto includere il clima caldo e umido tra le variabili, dovendo escludere il legno di pino non trattato tra le offerte.
L’azienda ha considerato anche il lato economico di un Paese in crescita in cui i salari sono molto diversi rispetto al mondo occidentale. Mentre i prezzi di un Ikea italiano e di uno canadese sono simili, in India centinaia di prodotti costano meno di 100 rupie, cioè 1,26 euro. Al contrario, le tasse di importazione hanno fatto lievitare il prezzo di altri elementi, a volte anche del 30% o 50% rispetto al resto degli altri Paesi. Per questo, il governo invita la catena ad utilizzare materie prime locali.
Se il progetto dovesse funzionare, sarà un esempio per molte altre multinazionali. L’India è un mercato relativamente intatto, in cui ci si affida ad amici e gente del luogo. Gli indiani spendono 25 miliardi di euro all’anno in mobilio, di cui il 95% in piccoli negozi specializzati. Molti prodotti sono costruiti su misura, consegnati e montati gratis.
Come riporta il New York Times, i negozianti di Hyderabad non sono preoccupati: Ikea susciterà entusiasmo per comprare mobili, e i clienti andranno comunque a dare un’occhiata ai prodotti locali. Srinithdas Mundhada, proprietario di un negozio storico, ha detto al reporter del New York Times di essere già abituato alla competizione con le multinazionali estere. “I nostri prezzi sono più bassi di Amazon. Accogliamo Ikea a braccia aperte.”
Photo credits: Atul Loke, New York Times