Il quartiere di Ponticelli si trova a Napoli Est ed è la zona con il più alto tasso di dispersione scolastica e disoccupazione e soggiogato da forme di criminalità che scoraggiano lo sviluppo. È questa la zona in cui nel 2015 è nato il Parco dei Murales, un’attrazione artistica e un progetto di riqualificazione non soltanto territoriale ed economica, ma anche culturale e sociale, su iniziativa di INWARD – Osservatorio sulla Creatività Urbana. Sorge all’interno del Parco Merola di Ponticelli, un complesso residenziale nato dopo il terremoto del 1980, che accoglie all’incirca un migliaio di abitanti.
Negli anni, il Parco si è arricchito di diverse opere e ha attirato parecchi curiosi: si è pensato dunque di organizzare, in collaborazione con associazioni giovanili, degli street art tour per appassionati, curiosi ed esperti, il cui ricavato viene utilizzato al fine di avviare al lavoro i ragazzi della zona.
L’ultimo intervento di street-art è stato realizzato ad agosto da La Fille Bertha, artista sarda, che nel suo murales ‘A Mamm’ ‘e Tutt’ ‘e Mamm’ celebra il valore della maternità. Le altre quattro opere, realizzate dal 2015 ad oggi, che occupano le facciate dagli edifici, sono: Ael. Tutt’egual song’ e criature di Jorit AGOch, A’ pazziella ‘n man e’ criature di ZED1, Lo trattenimento de’ peccerille di Mattia Campo Dall’Orto, Chi è vuluto bene nun s’o scorda di Rosk&Loste. Centrali sono le tematiche e i contenuti vicini alla realtà del quartiere, con le quali anche i più giovani si possano identificare, per un progetto importante che vuole portare ad un nuovo legame col territorio, grazie anche alla street art.
Abbiamo fatto alcune domande ad INWARD per scoprire qualcosa in più sulla realtà del Parco dei Murales di Ponticelli.
Che cos’è INWARD?
INWARD è un osservatorio nazionale che svolge ricerca e sviluppo nell’ambito della creatività urbana, operando con un proprio modello di valorizzazione nei settori pubblico, privato, no profit e internazionale. L’osservatorio si è costituito ufficialmente nel 2004, ma ci occupiamo di tutto quanto afferisce al fenomeno dai primissimi anni Novanta. Sono numerosi, oggigiorno, i progetti che portiamo avanti per ciascuno dei settori elencati, organizzati in reti territoriali, coordinamenti, programmi, rubriche ed altro. Attualmente, tra i più importanti, il coordinamento del Tavolo nazionale degli esperti di street art, in collaborazione con ANCI, che coinvolge numerosi curatori e creatori dei festival più noti in Italia.
Com’è nata l’idea di un parco tutto dedicato ai murales a Napoli Est?
Quando abbiamo curato la realizzazione della prima opera per mano dell’artista partenopeo Jorit AGOch, a Napoli non erano state ancora dipinte grandi facciate. E non avevamo ancora idea che quell’intervento avrebbe poi alimentato dei nuovi progetti, in quel Parco, fino ad assumere forma e sostanza di un vero e proprio programma di riqualificazione artistica e rigenerazione sociale. Infatti, dopo i primi contatti avuti con i residenti del complesso residenziale abbiamo provato – pian piano – con il nostro team, con l’aiuto di giovani psicologi e volontari del Servizio Civile Nazionale, a dare vita ad una serie di laboratori sociali che coinvolgessero bambini, adolescenti e mamme. I temi delle opere lievitano da questi bellissimi e stimolanti momenti, diventano poi immensi murales e infine tornano sulla quotidianità dei residenti per attivare cambiamenti inerenti le tematiche. Proprio negli ultimi mesi è nata, con grande orgoglio di mamme e ragazzi, una grintosa crew di giovani break dancer e molte sono state le iniziative ludico-educative svolte tra l’entusiasmo dei bambini, con molte attività avviate grazie al bando “Sillumina” per la valorizzazione delle periferie indetto dalla SIAE. Una somma di splendide circostanze, dunque, accorpate all’impegno di operatori e residenti, ha fatto sì che nascesse quello che oramai viene identificato come il primo distretto dedicato alla creatività urbana in Campania e che ha preso, dal basso, il nome di “Parco dei Murales”.
E perché la scelta del focus sulla street-art?
Lavoriamo praticamente da sempre con la creatività urbana e proprio per questo abbiamo avuto modo di comprendere, in più di venti anni, quanto sia importante dare vita ad operazioni di partecipazione e di scambio. Tutto ciò, come spesso sottolineiamo, non ha la presunzione di sopprimere o di silenziare i problemi delle periferie, ma di colmare alcune mancanze. Ci piacerebbe generare un vero riscatto culturale per aiutare gli abitanti, in particolar modo i giovanissimi, ad apprezzare il proprio quartiere e la loro stessa vita quotidiana, ma siamo consci delle difficoltà e del tempo che occorre affinché si realizzi concretamente. Per iniziare abbiamo creato una cooperativa con l’intento di favorire occasioni di lavoro ai giovani di Napoli Est e alla quale, ad esempio, sono destinati i proventi dei tour di street art che abbiamo avviato grazie al crescente interesse di visitatori provenienti da ogni parte di Italia e Europa, adesso anche con l’aiuto dell’Aeroporto Internazionale di Napoli.Crediamo dunque nella forza comunicativa e anche educativa della street art: non si tratta soltanto di opere impattanti ma di artwork che possono imprimere, in chiunque le osservi, l’importanza dei valori di una intera comunità e rappresentarne sogni e necessità.