Michael Beitz è un artista e designer americano che, in una delle sue mostre, espone mobili di design dall’aspetto assolutamente fuori dal comune. Da tavoli che impediscono di guardarsi in faccia da un capo all’altro, a sedie circolari in cui si è posizionati davanti ad una superficie in legno, i suoi finti mobili di design vogliono mettere in discussione proprio l’oggetto in sé.
Le sue istallazioni (divani, tavoli, sedie) non sono spazi di interazione sociale, come in realtà dovrebbero essere; sono piuttosto sinonimo di isolamento, di chiusura.
Michael Beitz è un artista e designer americano che, in una delle sue mostre, espone mobili di design dall’aspetto assolutamente fuori dal comune. Da tavoli che impediscono di guardarsi in faccia da un capo all’altro, a sedie circolari in cui si è posizionati davanti ad una superficie in legno, i suoi finti mobili di design vogliono mettere in discussione proprio l’oggetto in sé.
Le sue istallazioni (divani, tavoli, sedie) non sono spazi di interazione sociale, come in realtà dovrebbero essere; sono piuttosto sinonimo di isolamento, di chiusura.
Michael Beitz è un artista e designer americano che, in una delle sue mostre, espone mobili di design dall’aspetto assolutamente fuori dal comune. Da tavoli che impediscono di guardarsi in faccia da un capo all’altro, a sedie circolari in cui si è posizionati davanti ad una superficie in legno, i suoi finti mobili di design vogliono mettere in discussione proprio l’oggetto in sé.
Le sue istallazioni (divani, tavoli, sedie) non sono spazi di interazione sociale, come in realtà dovrebbero essere; sono piuttosto sinonimo di isolamento, di chiusura.
Michael Beitz è un artista e designer americano che, in una delle sue mostre, espone mobili di design dall’aspetto assolutamente fuori dal comune. Da tavoli che impediscono di guardarsi in faccia da un capo all’altro, a sedie circolari in cui si è posizionati davanti ad una superficie in legno, i suoi finti mobili di design vogliono mettere in discussione proprio l’oggetto in sé.
Le sue istallazioni (divani, tavoli, sedie) non sono spazi di interazione sociale, come in realtà dovrebbero essere; sono piuttosto sinonimo di isolamento, di chiusura.
Michael Beitz è un artista e designer americano che, in una delle sue mostre, espone mobili di design dall’aspetto assolutamente fuori dal comune. Da tavoli che impediscono di guardarsi in faccia da un capo all’altro, a sedie circolari in cui si è posizionati davanti ad una superficie in legno, i suoi finti mobili di design vogliono mettere in discussione proprio l’oggetto in sé.
Le sue istallazioni (divani, tavoli, sedie) non sono spazi di interazione sociale, come in realtà dovrebbero essere; sono piuttosto sinonimo di isolamento, di chiusura.
Michael Beitz è un artista e designer americano che, in una delle sue mostre, espone mobili di design dall’aspetto assolutamente fuori dal comune. Da tavoli che impediscono di guardarsi in faccia da un capo all’altro, a sedie circolari in cui si è posizionati davanti ad una superficie in legno, i suoi finti mobili di design vogliono mettere in discussione proprio l’oggetto in sé.
Le sue istallazioni (divani, tavoli, sedie) non sono spazi di interazione sociale, come in realtà dovrebbero essere; sono piuttosto sinonimo di isolamento, di chiusura.
Michael Beitz è un artista e designer americano che, in una delle sue mostre, espone mobili di design dall’aspetto assolutamente fuori dal comune. Da tavoli che impediscono di guardarsi in faccia da un capo all’altro, a sedie circolari in cui si è posizionati davanti ad una superficie in legno, i suoi finti mobili di design vogliono mettere in discussione proprio l’oggetto in sé.
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