Un nome e uno stile inconfondibile: Michelangelo Merisi, più noto come Caravaggio. Chi non lo conosce? Riecheggia in questi giorni il suo nome per il curioso ritrovamento in Spagna di un dipinto che raffigura l’immagine di Pilato che espone Gesù flagellato alla folla pronunciando la celebre frase “Ecce Homo”; il quadro è stato già attribuito al genio artistico italiano da esperti del settore, antiquari e studiosi .
Il tutto è nato da un equivoco: la tela, infatti, è stata erroneamente messa in vendita da parte di una casa d’aste madrilena sotto il nome di un pittore minore e il suo prezzo di partenza si aggirava intorno ai 1500 euro.
Ma il lampo di genio di Maria Cristina Terzaghi, storica dell’arte italiana, è riuscito a fare scacco matto agli inconsapevoli venditori: “il manto di porpora di cui viene rivestito il Cristo” – sostiene lei – “ha la stessa valenza compositiva del rosso della Salomé del Prado di Madrid, e anche la figura del Ponzio Pilato denota somiglianze con il San Pietro martire della Madonna del Rosario del Kunsthistorisches Museum di Vienna”.
Prontamente ritirata dal mercato, il mistero di questo capolavoro e la scampata vendita ad un prezzo che non gli avrebbe mai reso giustizia sono bastati ad amplificare la notizia e ad interrogarsi e rintracciare i motivi dell’espatrio del quadro.
Tutto parte e si riconnette alla figura dell’artista. Bad boy dell’epoca, assiduo frequentatore di prostitute molte delle quali divenute modelle nei suoi quadri, coinvolto in risse e perfino autore di un omicidio, Caravaggio è il “divo” della pittura del ‘600 per il richiestissimo e popolarissimo talento. Ed è proprio un committente – tale Massimi – a richiedere a tre pittori, tra cui Caravaggio, l’Ecce Homo.
Come reagì il ribelle artista sapendo di essere messo in competizione? Sembra che poco dopo un prelato della famiglia Massimi, diventato Nunzio apostolico a Madrid, si sia portato con sé l’opera. Dal 1600, come la tela sia arrivata ad oggi senza una attribuzione al reale autore, non è dato sapere!