Tess Thomson Valley, un’americana di 37 anni, credeva di averla fatta franca cancellando un post pubblicato su Facebook l’anno scorso. La donna aveva condiviso sul social due foto in cui posava con una carcassa di una giraffa appena uccisa, commentandole “Prayers for my once in a lifetime dream hunt came true today! Spotted this rare black giraffe bull and stalked him for quite awhile.” – “Le preghiere per la mia battuta di caccia da sogno si sono realizzate oggi! Ho scovato questo maschio di rara giraffa nera e l’ho seguito per un bel po’”.
AfricaDigest ha riportato in auge questo post condividendolo su Twitter in modo ironico, definendo la cacciatrice di giraffe una “selvaggia americana bianca parzialmente neanderthal”, invitando i follower a ripostare per svergognarla pubblicamente. In un paio di settimane, AfricaDigest ha raggiunto 50,000 retweet.
White american savage who is partly a neanderthal comes to Africa and shoot down a very rare black giraffe coutrsey of South Africa stupidity. Her name is Tess Thompson Talley. Please share pic.twitter.com/hSK93DOOaz
— AfricaDigest (@africlandpost) 16 giugno 2018
Questo è solo uno dei tanti casi di turismo di caccia che spopola in Sudafrica, dove i permessi necessari per cacciare esemplari rari sono in vendita. Questa vera e propria industria fattura fino a due miliardi di dollari annuali. La giustificazione è lo scopo benefico, sostenendo che tutti questi soldi vengono poi investiti nella tutela della fauna.
Nonostante il mondo intero sia indignato, la nostra Tess non si vergogna. Anzi, si rifà alla scusa della beneficenza in una dichiarazione a CBS News. “This is called conservation through game management.” – “Si chiama salvaguardia tramite gestione dell’intrattenimento”, dice, spiegando a tutti questi ignoranti animalisti che le danno contro. Praticamente la sua giraffona stava dando fastidio ad altri esemplari più giovani, che ora grazie al prezioso intervento di Tess possono riprodursi in tranquillità.
Sembra che Tess suggerisca che la selezione naturale non serve più. Forse a questo punto, possiamo solo ringraziare lei e tutti gli altri cacciatori che si disturbano ad andare in Sudafrica a sistemare la fauna locale.