Con l’apertura a Milano, Starbucks si prepara a chiudere un cerchio aperto 34 anni fa, quando Howard Schultz, numero uno della catena americana di caffetterie, assaggiò il suo primo espresso davanti al Duomo. Per l’annuncio ufficiale, che dovrebbe arrivare tra fine ottobre e inizio novembre, mancano solo le firme: il gruppo Percassi deve chiudere l’intesa con il Blackstone per l’ex palazzo delle Poste in piazza Cordusio, poi lo sbarco di Starbucks sarà cosa fatta.
“Nuovo logo e insegna, nuove tazzine, la torrefazione a vista e i gadget lungo un superstore di 15 mila metri quadrati dove è servita anche la pizza. Per capire come sarà il nuovo Starbucks che apre nel 2017 a Milano occorre guardare a Seattle, stato di Washington (Usa) e patria della catena dei café” ha spiegato Antonio Percassi, l’imprenditore scelto da Howard Schulz per lo sbarco in Italia.
Non solo Starbuck ma anche Uniqlo, il brand giapponese dovrebbe arrivare in Italia dopo aver conquistato il mercato nazionale (oltre 800 store che garantiscono un fatturato annuo di 7 miliardi di euro, ebit di 897 milioni), il gruppo giapponese ha avviato un piano di crescita su scala mondiale, con opening in Cina, Stati Uniti, Hong Kong, Malesia, Indonesia, Thailandia, Australia, Russia e in Europa, Francia, Germania e Belgio.