Uno non ci pensa mai, dà per scontato la possibilità di vivere le arti visive, dalle più antiche a quelle contemporanee, di riuscire ad apprezzare ciò che gli occhi ti permettono di vedere e tramite il senso visivo rielaborare le emozioni che la vista provoca. “Vedere è un’operazione creativa che richiede uno sforzo” diceva Matisse, “un processo attivo e creativo la cui funzione costituisce un’estensione della funzione del cervello”. Il diritto di bellezza però non dovrebbe avere barriere di handicap, e difatti non è così, soprattutto per quanto riguarda i ciechi congeniti che possono avere input sensoriali di diverso tipo e necessari per stimolare l’immaginazione.
Marc Dillon, uno sviluppatore software finlandese e niente di meno che l’ideatore del progetto Unseen Art volto a rendere l’arte accessibile anche ai non vedenti, ha molto a cuore la questione: “sono nato con un braccio più corto dell’altro. Per tutta la vita ho dovuto provare di essere in grado di fare qualsiasi cosa volessi, dal suonare la chitarra all’andare in moto. Ho anche uno zio che è diventato cieco a causa di un glaucoma e ha comunque continuato a fare tutto quello che faceva prima dell’incidente” […] “Così tante persone al mondo hanno sentito parlare per una vita intera delle opere d’arte più famose, ma non hanno mai potuto vederle. Ora potranno per la prima volta avere idea di come sono fatte e crearsi le proprie opinioni a riguardo”.
Unseen Art è al momento in cerca di finanziamenti su Indiegogo e offre una copia 3D della Monna Lisa di Da Vinci che può essere comprata o nel migliore dei casi donata a un’organizzazione di supporto ai ciechi e a chi ha una vista molto ridotta. I soldi raccolti verranno poi utilizzati per fondare una piattaforma online dove sarà possibile scaricare gratis i files 3D delle opere d’arte realizzate da artisti provenienti da ogni parte del mondo, in modo da poterle stampare ovunque ci sia una stampante 3D.
La missione di Dillon è una sola: “creare a livello globale un accesso all’arte uguale per tutti”. Sebbene sia partita come un’iniziativa per i non vedenti, è cosciente del fatto che gli eventi al buio stanno diventando sempre più popolari. Cene, concerti, commedie… perché non musei? D’altronde un senso non basta per avere un’idea più completa di qualcosa. L’introduzione di stampe 3D nei musei significherebbe un grande passo per tutti, se non una rivoluzione dell’idea di galleria. Il “non toccare” non sarebbe più del tutto vietato.